Molto prima dell'invenzione delle "pistole automatiche ad aghi", le persone che volevano disegnare sul proprio corpo utilizzavano una tecnica manuale. Questa tecnica molto antica prevede la marcatura della pelle attraverso l'utilizzo di bastoncini (di bamboo, ossa animali o altro). Il tatuatore intinge il bastoncino più volte in inchiostri naturali - come la punta della penna in un calamaio - e poi punzecchia la pelle più volte finché l'inchiostro non penetra bene sotto pelle. Chi l'ha provato dice che sia più doloroso di un tatuaggio fatto a macchinetta.
Quest'arte, praticata da molte civiltà antiche di tutto il mondo, è ancora oggi in uso presso alcune culture indigene presenti sull'isola di Samoa, nel Borneo, nelle Filippine e in altre isole del Pacifico. La parola tattoo sembra derivare dal termine "tatau" utilizzato dai Samoani e alla lettera significa "toccare".
I simboli che le tribù indigene si tatuano hanno anche un significato particolare: ogni disegno è indicativo della personalità di chi lo porta, della sua esperienza e del ruolo all'interno della tribù. Questi tatuaggi di solito sono incisi sul petto, sulle spalle, sui bicipiti, sulle gambe e sul viso.
Ad esempio, i guerrieri della tribù Kalinga delle Filippine usavano tatuarsi dopo aver ucciso un nemico o vinto la guerra contro le tribù Sagada e Bontoc. Il tattoo è l'equivalente della medaglia all'onore. Colui che pratica questi disegni, viene chiamato "Mambabatok" ed è il depositario di tutta la tradizione della sua tribù. Purtroppo questa pratica è andata perdendosi in molte culture indigene dell'Occidente.
La modernità e l'occidentalizzazione hanno raggiunto queste tribù e spinto i discendenti diretti dei tatuatori tribali a perseguire altri percorsi di carriera. Fortunatamente negli ultimi vent'anni la diffusione del tatuaggio in tutto il mondo e il crescente interesse per la "modificazione del corpo", ha spinto molti tatuatori moderni a viaggiare in tutto il mondo per imparare di più sull'antica pratica del tatuaggio fatto a mano, sempre più richiesto.
Se si vuole rappresentare un pezzo di storia tribale sul proprio corpo, ecco alcuni esempi di disegni popolari.
I disegni Samonai si ispirano al mondo marino. Tartarughe, conchiglie, pesci… figure che nella loro tradizione rappresentano abbondanza, pace e lunga vita. Sono molto popolari alcuni elementi della natura come il sole e mare (per esempio onde, spirali, ecc), così come le immagini che mostrano coraggio e femminilità. In rare occasioni, si può anche vedere la croce Marchese che per questa tribù è il simbolo dell'equilibrio tra tutti gli elementi naturali.
Originario del Borneo, il tatuaggio del popolo Dayak si caratterizza per le grandi dimensioni che simboleggiano la carica spirituale degli esseri umani, degli animali e delle piante. Motivi floreali si intrecciano a creare immagini di animali e piante.
Secondo la tradizione, i tatuatori Iban riuscivano a mettersi in contatto con i loro spiriti guida prima di praticare il tatuaggio. Lo scopo per cui veniva fatto il tatuaggio su una persona Dayak, era sia rituale che propiziatorio. Le sedute erano estenuanti e duravano fino a otto ore, a seconda delle dimensioni del tatuaggio..
Conosciuto anche come "Batek" nelle Filippine, il disegno tribale Kalinga è ispirato dal coraggio dei guerrieri della tribù. Nel passato, quando esistevano ancora i cacciatori di teste, i guerrieri che riuscivano a tagliare la testa di un nemico si guadagnavano un tatuaggio al torace. Le simbologie erano molto astratte, per esempio le marcature a forma di V rappresentavano il messaggero del Dio Kabunian che tradizionalmente era incarnato da un'aquila.
Principalmente derivati da influenze azteche e messicane, questi disegni sono facilmente riconoscibili per le loro sfumature nero e grigio a differenza di quelle blu utilizzate nelle isole del Pacifico. I tatuaggi aztechi rappresentano riti di passaggio, l'appartenenza a un rango, i risultati delle battaglie e sono praticati per onorare i loro dei locali. Ad esempio, il disegno di un sole rappresenta il dio del sole Huitzilopochtli; il disegno di un serpente simboleggia il dio Quetzalcoatl - fra le divinità più importanti; le immagini dei guerrieri evocano la protezione del dio della notte Tezcatlipoca che con uno specchio uccideva i nemici. Altri simboli popolari includono l'aquila che simboleggia la forza, il calendario azteco e alcuni elementi della natura.
Forse le tribù della Micronesia possiedono il più interessante repertorio di tatuaggi fatti a mano. Per esempio la donna è solita farsi tatuare la vulva, parte sacra che da la vita, o le natiche. Ogni volta che una donna partorisce il tatuaggio viene rifatto in segno di fertilità nonché a fini di abbellimento.
Nella maggior parte dei casi gli abitanti della Micronesia usano tatuarsi ciò che vedono intorno a loro nella pratica quotidiana, ma il significato della rappresentazione varia a seconda di dove è posizionato il tatuaggio: un tatuaggio sul viso indica il rango di una persona nella società. Il disegno del delfino è comune tra gli uomini che praticano la pesca in quanto rappresenta una protezione contro gli squali.
Il crescente interesse delle persone per i tatuaggi martellati a mano è probabilmente il motivo che ha fatto rivivere questa antica forma di body art.
È interessante notare che in alcune parti del Borneo, così come in Polinesia o nelle isole Hawaii, questa tradizione arcaica è ancora viva. Questo perché non è ancora andato perduto il significato profondo del tatuaggio che rappresenta il legame degli uomini con la dimensione spirituale e l'armonia con la natura. Se si vuole incontrare di persona una anziana tatuatrice che ha una esperienza centenaria e ha raccolto la tradizione di 20 secoli di storia della sua cultura, si deve fare visita alla tribù Kalinga nelle Filippine e chiedere di Whang-od.